Salvato giovane parapendista

Salvato giovane parapendista

25 settembre 2016

Delicato e spettacolare intervento di soccorso questo pomeriggio sulla parete sud di Cima Grohmann, nel Gruppo del Sassolungo, sul versante trentino, dove é stato salvato un giovane parapendista sloveno di 19 anni, rimasto miracolosamente impigliato con sole cinque cordicelle su alcuni spuntoni di roccia, con più di 400 metri di vuoto sotto i piedi.

Il giovane dopo essersi lanciato con il parapendio dalla cima della montagna, per cause d’accertare, é improvvisamente precipitato. Dopo avere azionato il paracadute di emergenza il ragazzo però é andato a sbattere contro la parete della montagna, rimanendo in modo miracoloso appeso con alcune cordicelle del paracadute su alcuni piccoli e instabili spuntoni di roccia.

La scena è stata notata dal rifugio sottostante la montagna e subito è stato lanciato l’allarme. Il giovane è stato doppiamente fortunato, perché nell’impatto violento contro la montagna non ha riportato particolari ferite. É stato tuttavia molto bravo a rimanere calmo e soprattutto immobile, perché sarebbe stato sufficiente solo un piccolo movimento del corpo, che sarebbe precipitato per oltre 400 metri nel vuoto. Scattato l’allarme, l’Area operativa Trentino settentrionale, di concerto con la Centrale unica di emergenza, ha richiesto l’intervento dell’elicottero e dei tecnici del Soccorso Alpino della Zona Fiemme Fassa. Sul posto é così giunto un elicottero dell’Aiut Alpin Dolomites che ha portato in quota una squadra di tecnici del Soccorso Alpino trentino dell’Alta Fassa.

L’elicottero però non potendosi avvicinare al luogo dell’incidente perché lo spostamento d’aria avrebbe sicuramente fatto gonfiare le vele e fatto precipitare il parapendista, ha verricellato gli uomini del Soccorso alpino direttamente in parete a circa 200 metri di distanza dall’infortunato. I soccorritori peraltro non potevano calarsi dall’alto, essendo la zona molto friabile, e per evitare quindi il rischio di fare cadere delle pietre sul giovane parapendista, lo hanno raggiunto, scalando, compiendo un lungo e delicato traverso.

Una volta giunti sul luogo dell’incidente hanno messo in sicurezza il ragazzo e per evitare un possibile rigonfiamento delle vele con lo spostamento d’aria dell’elicottero, le operazioni di recupero dell’infortunato e dei soccorritori non è stato realizzato con l’ausilio del verricello, ma mediante il cosiddetto gancio baricentrico, cioè un lungo cavo agganciato nella parte parte centrale della pancia dell’elicottero.

Il ragazzo é stato quindi trasportato a valle, dove ad aspettarlo c’erano i genitori che hanno assistito alle operazioni di soccorso, ringraziando alla fine di cuore tutti coloro i quali hanno messo in salvo il figlio.