Le montagne e il territorio trentino sono frequentati da molti animali che si possono incontrare nel corso delle proprie escursioni, tra i quali vi sono le vipere, specie meno evidenti dei mammiferi, ma forse più insidiose. Si tratta dell’unico serpente velenoso ad abitare le montagne italiane; è un animale molto schivo e difficile da incontrare, ma se si sente minacciato o involontariamente lo si calpesta è possibile essere morsi.
Come si riconosce il morso di una vipera? Per la presenza di due fori, distanziati di circa un centimetro l’uno dall’altro, seguiti da forellini più piccoli. I due fori più grandi sono quelli dei denti attraverso i quali la vipera inietta il veleno, mentre i segni più piccoli sono quelli lasciati dagli altri denti. Il veleno della vipera iniettato nel corpo umano genera dolore intenso, gonfiore, arrossamento e successivo livido. Dopo circa 30 minuti possono presentarsi altri disturbi come secchezza della bocca, cefalea, capogiri, aumento della frequenza cardiaca e abbassamento della pressione arteriosa. La gravità degli effetti dipende principalmente dalla quantità di veleno iniettato rispetto al peso corporeo del malcapitato.
Il CNSAS – Servizio Provinciale Trentino ricorda di indossare sempre calzature adatte al tipo di escursione che si intende intraprendere e di attuare comportamenti che possono prevenire questa eventualità prestando attenzione a dove si appoggiano mani e piedi.
Ma nel caso in cui un nostro compagno di escursione venisse morso ci sono alcune regole di comportamento che è bene conoscere per aiutare l’infortunato:
Fonte: “Alpinismo” di Piergiorgio Vidi (direttore della Scuola del Soccorso Alpino Trentino), editore Hoepli.
Vipera dal corno, foto di Michele Menegon – tratto da UR, Bertelli Editori