In montagna la preparazione prima di tutto

Marmolada

In montagna la preparazione prima di tutto

Andare in montagna richiede preparazione, conoscenza, esperienza e la capacità di valutare e di arginare il più possibile i rischi insiti in questo tipo di ambiente. I pericoli, siano essi soggettivi o oggettivi, non vanno mai sottovalutati e rinunciare alla meta quando è necessario per motivi di sicurezza non è mai una sconfitta. Il CNSAS – Servizio Provinciale Trentino ricorda che in montagna le condizioni ambientali e meteorologiche possono cambiare rapidamente, non abbiate esitazioni a rinunciare alla vostra escursione o a variare il percorso nel segno della sicurezza.

Per pericoli soggettivi si intendono i rischi che dipendono direttamente dall’uomo come la mancanza di abilità, la scarsa conoscenza tecnica, l’allenamento inadeguato, la scelta errata dell’attrezzatura e dell’abbigliamento. Quando si affronta un’escursione in montagna è importante conoscere i propri limiti ed essere consapevoli del proprio stato di allenamento. L’eccessivo affaticamento può determinare dei cali di attenzione che possono provocare incidenti anche gravi. È fondamentale fare una stima sincera delle proprie capacità tecniche e non programmare, di conseguenza, escursioni fuori dalla nostra portata; esercitarsi, eventualmente, per progredire dove si è maggiormente limitati.

I pericoli oggettivi, invece, non dipendono direttamente dall’uomo, ma sono determinati dalle condizioni ambientali: possono essere, ad esempio, il sopraggiungere di un temporale, della nebbia o del vento. Anche qui, le conoscenze e la preparazione dell’escursionista giocano un ruolo fondamentale e influiscono molto sul livello del rischio.

Caduta sassi
Fare sempre attenzione a dove si appoggiano i piedi, evitando di pestare su terreni troppo instabili.
Quando si affrontano ferrate e scalate indossare sempre il casco. Scegliere con attenzione luoghi riparati per effettuare le soste.

Temporali
I temporali sono più frequenti nel periodo estivo con giornate calde e umide. Quando c’è il rischio che arrivi un temporale bisogna evitare alcune zone particolarmente pericolose come le vette, le creste e i crinali, i camini dove si scarica l’acqua, i grandi massi e gli alberi isolati. È preferibile prendere l’acqua in un posto aperto, possibilmente dopo aver allontanato tutta l’attrezzatura di metallo e gli strumenti elettronici, compreso l’equipaggiamento in carbonio (come bastoncini, sonde ecc.), attrezzature che attirano i fulmini. Se ci si siede è fondamentale usare un isolante come potrebbe essere lo zaino.
Se si stanno raggiungendo vette aguzze e creste affilate, meglio rinunciare alla meta.

Nebbia
In caso di nebbia è opportuno fermarsi e aspettare una schiarita. La scarsa visibilità dovuta alla nebbia è un’insidia di cui diffidare perché riduce la percezione visiva e spesso inganna persino un profondo conoscitore della zona.

Vento
Mai sottovalutare il vento! Riduce in modo considerevole la visibilità e influisce negativamente sull’organismo creando bruschi abbassamenti della temperatura.

Fonte: “Alpinismo” di Piergiorgio Vidi (direttore della Scuola del Soccorso Alpino Trentino), editore Hoepli.

Camozzi Omar
Omar Camozzi[:en]Andare in montagna richiede preparazione, conoscenza, esperienza e la capacità di valutare e di arginare il più possibile i rischi insiti in questo tipo di ambiente. I pericoli, siano essi soggettivi o oggettivi, non vanno mai sottovalutati e rinunciare alla meta quando è necessario per motivi di sicurezza non è mai una sconfitta. Il CNSAS – Servizio Provinciale Trentino ricorda che in montagna le condizioni ambientali e meteorologiche possono cambiare rapidamente, non abbiate esitazioni a rinunciare alla vostra escursione o a variare il percorso nel segno della sicurezza.

Per pericoli soggettivi si intendono i rischi che dipendono direttamente dall’uomo come la mancanza di abilità, la scarsa conoscenza tecnica, l’allenamento inadeguato, la scelta errata dell’attrezzatura e dell’abbigliamento. Quando si affronta un’escursione in montagna è importante conoscere i propri limiti ed essere consapevoli del proprio stato di allenamento. L’eccessivo affaticamento può determinare dei cali di attenzione che possono provocare incidenti anche gravi. È fondamentale fare una stima sincera delle proprie capacità tecniche e non programmare, di conseguenza, escursioni fuori dalla nostra portata; esercitarsi, eventualmente, per progredire dove si è maggiormente limitati.

I pericoli oggettivi, invece, non dipendono direttamente dall’uomo, ma sono determinati dalle condizioni ambientali: possono essere, ad esempio, il sopraggiungere di un temporale, della nebbia o del vento. Anche qui, le conoscenze e la preparazione dell’escursionista giocano un ruolo fondamentale e influiscono molto sul livello del rischio.

Caduta sassi
Fare sempre attenzione a dove si appoggiano i piedi, evitando di pestare su terreni troppo instabili.
Quando si affrontano ferrate e scalate indossare sempre il casco. Scegliere con attenzione luoghi riparati per effettuare le soste.

Temporali
I temporali sono più frequenti nel periodo estivo con giornate calde e umide. Quando c’è il rischio che arrivi un temporale bisogna evitare alcune zone particolarmente pericolose come le vette, le creste e i crinali, i camini dove si scarica l’acqua, i grandi massi e gli alberi isolati. È preferibile prendere l’acqua in un posto aperto, possibilmente dopo aver allontanato tutta l’attrezzatura di metallo e gli strumenti elettronici, compreso l’equipaggiamento in carbonio (come bastoncini, sonde ecc.), attrezzature che attirano i fulmini. Se ci si siede è fondamentale usare un isolante come potrebbe essere lo zaino.
Se si stanno raggiungendo vette aguzze e creste affilate, meglio rinunciare alla meta.

Nebbia
In caso di nebbia è opportuno fermarsi e aspettare una schiarita. La scarsa visibilità dovuta alla nebbia è un’insidia di cui diffidare perché riduce la percezione visiva e spesso inganna persino un profondo conoscitore della zona.

Vento
Mai sottovalutare il vento! Riduce in modo considerevole la visibilità e influisce negativamente sull’organismo creando bruschi abbassamenti della temperatura.

Fonte: “Alpinismo” di Piergiorgio Vidi (direttore della Scuola del Soccorso Alpino Trentino), editore Hoepli.[:de]Andare in montagna richiede preparazione, conoscenza, esperienza e la capacità di valutare e di arginare il più possibile i rischi insiti in questo tipo di ambiente. I pericoli, siano essi soggettivi o oggettivi, non vanno mai sottovalutati e rinunciare alla meta quando è necessario per motivi di sicurezza non è mai una sconfitta. Il CNSAS – Servizio Provinciale Trentino ricorda che in montagna le condizioni ambientali e meteorologiche possono cambiare rapidamente, non abbiate esitazioni a rinunciare alla vostra escursione o a variare il percorso nel segno della sicurezza.

Per pericoli soggettivi si intendono i rischi che dipendono direttamente dall’uomo come la mancanza di abilità, la scarsa conoscenza tecnica, l’allenamento inadeguato, la scelta errata dell’attrezzatura e dell’abbigliamento. Quando si affronta un’escursione in montagna è importante conoscere i propri limiti ed essere consapevoli del proprio stato di allenamento. L’eccessivo affaticamento può determinare dei cali di attenzione che possono provocare incidenti anche gravi. È fondamentale fare una stima sincera delle proprie capacità tecniche e non programmare, di conseguenza, escursioni fuori dalla nostra portata; esercitarsi, eventualmente, per progredire dove si è maggiormente limitati.

I pericoli oggettivi, invece, non dipendono direttamente dall’uomo, ma sono determinati dalle condizioni ambientali: possono essere, ad esempio, il sopraggiungere di un temporale, della nebbia o del vento. Anche qui, le conoscenze e la preparazione dell’escursionista giocano un ruolo fondamentale e influiscono molto sul livello del rischio.

Caduta sassi
Fare sempre attenzione a dove si appoggiano i piedi, evitando di pestare su terreni troppo instabili.
Quando si affrontano ferrate e scalate indossare sempre il casco. Scegliere con attenzione luoghi riparati per effettuare le soste.

Temporali
I temporali sono più frequenti nel periodo estivo con giornate calde e umide. Quando c’è il rischio che arrivi un temporale bisogna evitare alcune zone particolarmente pericolose come le vette, le creste e i crinali, i camini dove si scarica l’acqua, i grandi massi e gli alberi isolati. È preferibile prendere l’acqua in un posto aperto, possibilmente dopo aver allontanato tutta l’attrezzatura di metallo e gli strumenti elettronici, compreso l’equipaggiamento in carbonio (come bastoncini, sonde ecc.), attrezzature che attirano i fulmini. Se ci si siede è fondamentale usare un isolante come potrebbe essere lo zaino.
Se si stanno raggiungendo vette aguzze e creste affilate, meglio rinunciare alla meta.

Nebbia
In caso di nebbia è opportuno fermarsi e aspettare una schiarita. La scarsa visibilità dovuta alla nebbia è un’insidia di cui diffidare perché riduce la percezione visiva e spesso inganna persino un profondo conoscitore della zona.

Vento
Mai sottovalutare il vento! Riduce in modo considerevole la visibilità e influisce negativamente sull’organismo creando bruschi abbassamenti della temperatura.

Fonte: “Alpinismo” di Piergiorgio Vidi (direttore della Scuola del Soccorso Alpino Trentino), editore Hoepli.