L’autosoccorso in valanga

L’autosoccorso in valanga

Le possibilità di sopravvivere dopo essere stati travolti da una valanga sono molto elevate se l’intervento di soccorso è effettuato entro 15 minuti (90%). Oltre tale intervallo le probabilità scendono drasticamente. Capiamo quindi quanto sia importante essere in grado di intervenire con un’azione di autosoccorso, possibile ed efficace solo se si ha l’equipaggiamento completo e una buona capacità di eseguire le fasi di ricerca, sondaggio e scavo.

Partiamo dalla GESTIONE DELL’AUTOSOCCORSO.

Se l’incidente è stato osservato, è importante memorizzare il punto di scomparsa del travolto e coordinare immediatamente l’intervento, telefonando al Numero Unico per l’Emergenza 112 e fornendo le seguenti informazioni:

  • Luogo esatto dell’incidente.
  • Tipo d’incidente e numero di persone coinvolte.
  • Comunicare se i travolti sono muniti di A.R.T.Va.
  • Condizioni meteorologici presenti sul luogo dell’incidente.
  • Recapito telefonico del chiamante ed eventuale radio con frequenza.

Se non permane un elevato rischio di altri distacchi, tutti i soccorritori commutano il proprio A.R.T.Va in Ricerca.
La ricerca A.R.T.Va, Vista e Udito inizia dal punto di scomparsa e prosegue bonificando tutta l’area interessata dalla valanga.

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LE TRE FASI DI RICERCA A.R.T.Va. VISTA E UDITO:

Fase 1 – Ricerca sommaria
Fondamentale sapere che la portata degli strumenti è di 20 metri, anche se su alcuni A.R.T.Va si può leggere portate maggiori, è fondamentale eseguire la ricerca con corridoi limitati a 20 metri per avere la certezza della ricezione anche in condizioni sfavorevoli, ma soprattutto per bonificare la valanga nella ricerca vista udito. Per facilitare la ricerca è consigliato uno strumento dotato di 3 antenne e meglio se dotato di sistema di “marcaggio”. Durante questa fase bisogna avere una velocità leggermente superiore a 1 metro al secondo, mantenere lo strumento in ricezione ed orizzontale. L’attenzione va rivolta soprattutto alla bonifica vista-udito, alla ricerca di eventuali oggetti affioranti.

Fase 2 – Ricerca fine
Questa fase comincia nel momento in cui viene agganciato un segnale di ricezione, la velocità di avanzamento deve calare, si consiglia leggermente inferiore al metro al secondo. In questa ricerca bisogna seguire le indicazioni visive e acustiche date dallo strumento, senza dimenticare la ricerca vista udito, se durante la fase si notano oggetti affioranti non lontani dalla ricerca, è consigliato verificarli velocemente. Arrivati a circa 5 metri dal travolto se non sono già stati tolti gli sci, lo bisogna fare per essere precisi nella fase finale.

Fase 3 – Ricerca di localizzazione
Questa è la parte più delicata, dove è fondamentale essere molto precisi. La ricerca finale prevede una successiva riduzione della velocità e una riduzione della distanza da terra, per essere efficaci è consigliato inginocchiarsi a terra e non cambiare l’orientamento dello strumento.
L’obiettivo è di cercare il punto di massima ricezione acustica e il punto minimo nella scala numerica. Trovato questo punto tramite una ricerca per linee ortogonali è molto importante segnarlo ai fini di cominciare il sondaggio con precisione, per segnarlo è sufficiente usare un guanto, berretto o altro a portata di mano escludendo l’A.R.T.Va.

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Sondaggio: montata la sonda (si consiglia una sonda a montaggio rapido di lunghezza minima 240 cm.), si comincia a sondare dal punto di massima ricezione disponendo la sonda in modo perpendicolare al pendio, se nella prima sondata l’esito è negativo, si prosegue realizzando una “maglia” di circa 30 centimetri x 30 centimetri. Al contatto con il travolto, lasciando la sonda piantata, comincia la fase di disseppellimento.

Disseppellimento: i 15 minuti stanno terminando, importantissimo arrivare a liberare le vie aeree del travolto. Cominciare lo scavo disponendosi a valle del travolto almeno tanto quanto è in profondità! Dopo aver scavato con le tecniche corrette, arrivati in prossimità del travolto, si abbandona la pala e si prosegue alla ricerca delle vie aeree utilizzando solo le mani guantate. Arrivati sul viso si tolgono i guanti e si libera dalla neve la bocca e il viso. Si prosegue il disseppellimento e le manovre sanitarie necessarie.