La stagione invernale delle Unità Cinofile

La stagione invernale delle Unità Cinofile

Nel mese di novembre, con l’avvio della stagione invernale, sono iniziati i turni delle unità cinofile del Soccorso Alpino e Speleologico Trentino al nucleo elicotteri di Mattarello (Tn). Il lavoro delle unità cinofile durerà fino a quando la situazione nivologica richiederà la presenza di una unità cinofila in base, con turni che iniziano alle sette di mattina e terminano mezz’ora dopo le effemeridi. Ogni anno, sono circa una decina gli interventi in valanga delle unità cinofile. Di seguito l’intervista a Roberto Barbolini, da un anno Coordinatore del gruppo tecnico Unità cinofile.

Roberto, qual è il ruolo dell’unità cinofila presso il Nucleo elicotteri durante la stagione invernale?
Il nostro compito è affiancare il tecnico di elisoccorso e tutta l’equipe di elisoccorso in caso di valanga. Oltre alla presenza di una Unità Cinofila in base, ci sono altre unità cinofile disponibili sul territorio con le quali collaboriamo, soprattutto in caso di situazioni di pericolo marcato di valanghe.

È importante la presenza dell’unità cinofila in base, perché gli eventi valanghivi sono tempo dipendenti. I primi ad arrivare in valanga sono appunto l’unità cinofila e il tecnico di elisoccorso. L’unità cinofila riveste un ruolo fondamentale in caso di valanga soprattutto quando ci sono casi di persone travolte sprovviste di Artva: il cane con il suo fiuto riesce ad individuare il travolto usando il suo potente naso.

Quante sono attualmente le unità cinofile attive in Trentino?
Le unità cinofile operative sono attualmente nove. Ci sono anche quattro cuccioli in formazione; due di questi, se supereranno gli esami di classe B al corso nazionale, saranno operativi a gennaio 2022. Questi quattro cuccioli andranno a sostituire i cani che mano a mano andranno in pensione.

Cosa bisogna fare per diventare unità cinofile del Soccorso Alpino e Speleologico?
Prima di tutto bisogna superare le selezioni tecniche per entrare a far parte dell’organizzazione. Dopo l’iter addestrativo e il superamento degli esami per diventare un Operatore Soccorso Alpino si può fare domanda per essere inserito nel Gruppo Tecnico Unità Cinofile.

Dopodiché è previsto un periodo di avvicinamento di circa sei mesi dove il conduttore, con il supporto degli istruttori, sceglie il proprio cucciolo nei centri di allevamento per noi affidabili. Le razze più predisposte per diventare cani da soccorso sono il Border Collie, il pastore tedesco grigione, il Pastore Belga Malinous e il Kelpie.

A questo punto inizia l’iter formativo per il cucciolo e il conduttore che durerà dai due ai tre anni. L’unità cinofila dovrà affrontare due corsi nazionali invernali e due corsi nazionali estivi. L’operatività estiva si ottiene superando due esami nazionali su ricerca in ambiente impervio. L’operatività in valanga si ottiene passando due esami nazionali su ricerca in ambiente valanghivo e un corso, dove viene istruito il conduttore dal punto di vista puramente tecnico per la ricerca in valanga anche senza cane.

Per poter essere operativi nel Soccorso Alpino Trentino bisogna avere i due brevetti nazionali (valanga e superficie). Nel periodo invernale, per turnare in eliporto, sono richiesti ulteriori due verifiche operative: una a inizio stagione e una a metà stagione. Attraverso queste verifiche si rinfrescano tutti gli aspetti tecnici e cinofili.

Come si definiscono le unità cinofile del Soccorso Alpino Trentino?
Attualmente i nostri cani li potremmo definire “da scovo” che differiscono da quelli da Mantrailing (i molecolari). I cani da scovo possono seguire un cono d’odore o anche seguire una traccia fino ad arrivare alla fonte. I cani riescono a contestualizzare la situazione che si trovano davanti e in caso di persona in difficoltà la segnalano con l’abbaio.

Qual è il compito dell’unità cinofila in caso di valanga?
L’unità cinofila e il tecnico di elisoccorso sono i primi ad arrivare in valanga. I cani con i loro conduttori si trovano catapultati in un ambiente impervio, non sempre incontaminato come spesso siamo portati a credere. Il cane, soprattutto all’inizio, usa il naso cercando di individuare un cono d’odore emergente dalla neve e se lo individua lo segue fino ad arrivare alla sorgente. Quando il cane inizia a scavare e ad abbaiare nel punto dove esce l’odore, il conduttore, con l’aiuto della sonda, cerca di individuare il sepolto.

Quando il sepolto è individuato, il cane si fa da parte per evitare che entri in contatto con il travolto e vada a “distruggere” una potenziale bolla d’aria che permette al travolto di sopravvivere. Con una tecnica ben precisa si inizia poi la parte del disseppellimento.

Non sempre l’odore riesce ad uscire dalla neve (nel caso, ad esempio, di sepolti in profondità). Allora i cani inizieranno a fare ricerche di fino usando spesso il naso a contatto con la neve per ricercare un odore che fa fatica ad emergere. In questi casi le cose si fanno mano a mano più difficili.

Il cane è l’unica arma che abbiamo a disposizione se il travolto non è dotato di Artva e se il sistema RECCO – che noi usiamo in valanga – non ci dà i risultati sperati. Per noi è importante che il cane abbai, soprattutto nei casi in cui la situazione impedisce il contatto visivo con il cane. L’abbaio è fondamentale perché capiamo, anche senza vederlo, che ha individuato una forte e decisa fonte di odore.

Come funziona la fase di addestramento di un cucciolo?
A differenza del vero intervento in valanga, in fase di addestramento, permettiamo al cucciolo di “giocare” ed entrare in contatto con il figurante che si trova sotto la neve. L’avvicinamento all’elicottero inizia fin dai primi mesi del cane, poi si fanno i primi verricelli e i primi imbarchi e sbarchi in hovering. Da qualche anno facciamo addestramenti anche in notturna, perché l’unità cinofila è operativa anche per interventi in valanga di notte.